I dati statistici forniti dalle indagini “Uso del tempo” rappresentano una base informativa indispensabile per analizzare i numerosi e diversi modi in cui le persone usano questa risorsa.
A partire dagli anni Settanta la statistica ufficiale ha sempre più riconosciuto il valore delle informazioni sui tempi di vita delle persone per indagare aspetti diversi non solo nel campo della ricerca sociale, ma anche come base informativa per la formulazione delle politiche pubbliche. Nel contesto europeo, e in particolare in Italia, tali indagini hanno fornito evidenza empirica alle dimensioni essenziali della parità di genere, tanto che nel nostro Paese l’indagine “Uso del tempo” è regolata dalla legge n.53 dell’8 marzo 2000 sulla maternità, proprio per fornire al Paese informazioni quinquennali sulle differenze di genere nei tempi di vita.
Grazie ai bilanci del tempo è possibile analizzare le dinamiche esistenti tra la produzione strettamente legata al mercato (misurata attraverso il sistema dei conti economici nazionali) e l’auto-produzione delle famiglie, riuscendo a stimare la produzione totale effettivamente generata all’interno di un paese.
Questo volume si propone di evidenziare i temi di maggiore rilevanza per le politiche pubbliche su cui l’indagine “Uso del tempo” può contribuire a far luce, a cominciare proprio dalla valutazione economica dei tempi di lavoro che non transitano sul mercato.
Il documento segue le impostazioni dello standard internazionale proposto dall’Unece, che individua tre aree chiave in cui le informazioni delle indagini “Uso del tempo” sono necessarie per informare adeguatamente le politiche: primo, il lavoro non retribuito e la valorizzazione della produzione familiare; secondo, la parità di genere nei tempi di lavoro; terzo, i molteplici ambiti legati ai tempi di vita che influenzano il benessere della popolazione.