L’Italia soffre di una profonda arretratezza sotto il profilo della rappresentanza femminile, sia nelle istituzioni che nelle aziende. Questo gap è destinato ad acuirsi a fronte di uno scenario di mercato particolarmente difficile ed è irrealistico sperare che le cose possano migliorare in modo naturale: la leadership femminile potrà progredire solo attivando simultaneamente più strumenti e stimolando l’intervento di più attori (individui, aziende e istituzioni). Le aziende sono le prime beneficiarie di una maggiore diversità, sia in termini di performance organizzativa sia di risultati economici; per questo motivo dovrebbero attivarsi per prime cominciando ad avviare iniziative e programmi mirati a una maggiore “gender neutrality”.