Alla ricerca della crescita perduta

Roberta Marracino, SACE
19-11-2014

È fuor di dubbio che la crescita rimanga una priorità assoluta per l’Europa intera, ma lo è ancor di più per l’Italia. Dal 2007 al 2013 abbiamo perso 8,5 punti di PIL e il Paese fatica a vedere la fine del tunnel. Negli ultimi anni, il dibattito tecnico-economico e politico si è correttamente concentrato sul rilancio di consumi e investimenti, che rappresentano insieme circa tre quarti del PIL italiano, assegnando tuttavia una priorità secondaria alla terza leva di creazione del reddito nazionale: l’export. Una componente che, al lordo delle importazioni, vale oggi circa il 30% del PIL. Se nei prossimi anni riuscissimo a rafforzare questa componente, intensificando lo sforzo di internazionalizzazione delle imprese Italiane, potremmo recuperare 9 punti di PIL e 1,8 milioni di posti di lavoro.

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