Una proposta per ridurre il divario salariale: creare un albo regionale riservato alle imprese lombarde che praticano la parità salariale o che mettano in atto scelte e azioni che vadano nella direzione della parità. È solo una delle proposte contenute nel progetto di legge finalizzato a combattere il divario retributivo di genere che il Pd sottopone al Consiglio regionale. A presentarne i contenuti sono stati Paola Bocci, in qualità di prima firmataria, e Fabio Pizzul, capogruppo dei Democratici.
Si propone la modifica della legge regionale del 2006 inserendovi tre prescrizioni ora non contemplate:
La Lombardia ha un tasso di occupazione femminile pari al 59,3% quindi superiore a quello italiano, fermo al 48,9%, ma ancora inferiore alla media europea, pari al 62,4%. Quanto al divario salariale di genere, secondo i dati relativi al 2015-2016 (gli ultimi dati disponibili), in Lombardia si passa dal 24,2% registrato tra operai e impiegati al 17,4% registrato tra i dirigenti fino al picco minimo dell'1,7% tra gli ausiliari sanitari. Il divario medio è del 23,1%. Un numero ottenuto prendendo in considerazione otto macro-categorie professionali e soltanto le aziende con un numero di dipendenti pari o superiore a 100, che in Lombardia sono circa tremila. «La legge regionale attualmente in vigore è una buona legge ma si deve e si può fare di più» conclude la Bocci.