Quei pregiudizi (inconsci) su donne e giovani

Corriere della Sera
05/09/2020

Articolo di Fabio Sottocornola

 

Si parla di stereotipi di genere domenica 13 alle 10:00 nel salone alla Triennale di Milano. Fra gli interventi, Maurizio Ferrera, Marina Calloni e Paola Mascaro. Il «non detto» è più pericoloso degli stereotipi manifesti: la proposta di «Osservatori», durante le commissioni di concorso o in azienda, per portare in superficie le resistenze più sottili
Accade in ufficio, quando si rompe la stampante e il capo (maschio) chiede aiuto. Se risponde una collega donna, segue sorrisino ironico di lui. Ma poi è lei ad aggiustare la macchina. Accade ai colloqui di lavoro, nei concorsi pubblici o ai bandi finanziamenti di ricerca: quando i selezionatori devono scegliere tra maschio e femmina, oltre a curriculum e competenze, entra sornione il non-detto: ma con la maternità e la gestione della famiglia, lei sarà in grado?

Paola Mascaro, Communications e Public Affairs VP di Avio Aero (Gruppo GE) alla guida di Valore D, l’associazione attiva per il riequilibrio di genere e l’inclusione: «È utile che qualcuno, adeguatamente formato, da fuori aiuti a vedere queste dinamiche. E occorrono sistemi premianti rivolti alle aziende per favorire l’inclusione». Secondo Mascaro, dentro le imprese va promosso un cambio di cultura manageriale per andare a un modello di servant leadership basato su ascolto, inclusione, maieutica, «caratteristiche più femminili, rispetto a comando o forza». Inoltre, occorrono soluzioni al «tubo che perde»: se vengono assunti junior maschi e femmine, molte di costoro nel percorso di carriera si perdono o rimangono indietro. «Qui entrano i temi della maternità e della famiglia», osserva Mascaro. «Spesso vengono prese decisioni di non assegnare incarichi di lavoro alla neo-mamma senza neanche parlarne con lei. Un altro pregiudizio. C’è poi il costume di fissare riunioni di lavoro alle 19, una via non inclusiva per chi deve gestire la famiglia».

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