Nel rapporto donne e lavoro abbiamo bisogno di un cambiamento culturale. Se l’Italia non favorisce l’occupazione femminile perde un’opportunità da un punto di vista economico e anche di benessere sociale. Noi di Ikea vogliamo essere un esempio positivo, siamo convinti che la diversità sia un valore».
Belén Frau, 43 anni, spagnola di Bilbao, è l’amministratore delegato di Ikea Italia e ieri insieme ad altri trenta top manager, per lo più uomini, ha firmato nella sede dell’università Luiss il Manifesto per l’occupazione femminile, un documento programmatico in 9 punti che definisce strumenti concreti per valorizzare il talento femminile in azienda. La sottosegretaria Maria Elena Boschi ha ricordato che il Paese ha raggiunto il record storico per l’occupazione femminile, arrivata al 49,1 per cento, ma la percentuale è ancora sotto al 50.
Secondo lei l’obiettivo per il 2020 di arrivare al 75 per cento di donne che lavorano è realistico? «C’è ancora tanto da fare purtroppo. Tutti però dobbiamo dare un contributo: le donne non devono avere paura di scegliere tra la carriera e la famiglia, gli uomini devono favorire il talento e uscire dai pregiudizi, le aziende devono fare in modo che tutto ciò avvenga, perché la diversità è un valore aggiunto e rende le imprese profittevoli».
Il Manifesto prevede che le aziende si impegnino in un monitoraggio della presenza femminile in azienda, nel colmare il divario retributivo, in una maggiore attenzione alla gestione della maternità. Quale può essere un’altra iniziativa concreta da mettere in campo? «Penso che le quote possano essere uno strumento, nel frattempo, da utilizzare. Bisogna però essere convinti e credere che è possibile raggiungere certi traguardi. Il cambiamento deve partire da ognuno di noi». Ad oggi più di 100 aziende hanno aderito al Manifesto, ideato insieme al’associazione Valore D..